Vedo dei saraghi di discrete dimensioni dalla superficie, il mare è mosso, ma l'acqua è limpidissima, decido di ripararmi dietro una V creata da massoni di granito. Scendo e in poco tempo i saraghi si avvicinano incuriositi, aspetto che quello più grande arrivi a tiro del mio 110 e sparo. Il sarago parte immediatamente, ma viene immobilizzato dalla freccia. Bel tiro, penso, tiro a me l'asta e faccio per mettere la mano sul muso del pesce quando, appena lo sfioro si rianima e si libera. Io incredulo dalla sua reazione e non rendendomi conto dell'accaduto, seguo subito il pesce con lo sguardo e senza perdermi d'animo faccio fiato cominciando a riarmare il fucile a memoria, quasi senza guardare. Carico alla minima e scendo dove avevo visto infilarsi il sarago, non devo sbagliare, ad un certo punto lo vedo costeggiare un masso a fondo e infilarsi in uno spacco, guardo subito se quest'ultimo ha vie d'uscita, non mi sembra, mi avvicino e vedo la schiena, miro e sparo. Tiro fuori l'asta con il pesce spiedato, lo giro e capisco cosa era successo: il tiro, troppo lungo, aveva spiedato il sarago, ma le alette non l'avevano passato e alla prima reazione si è disarpionato. Il secondo tiro è entrato nello stesso punto del primo, e quindi il povero sarago sparato due volte aveva "solo" 3 buchi. Continuo la pescata e prenderò un altro sarago sul chilo, che caricherò a breve.
Riprese: GoPro HD Hero con lente piatta montata sulla maschera.