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REFERENDUM
aggiunto 31/03/2016 16:40 in Altro
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Anthonyscrive:

Cosa si deve votare per NON far mettere la trivellazione?

Commenti
Salvo81:

Vota yes

Roberto71:

Vota SI

Matteo:
31/03/2016 16:55

Io mi sono un pò informato. Ora non so se le fonti da cui mi sono documentato fossero attendibili ma quello che so per certo è che il referendum non verte sul TRIVELLARE SI o NO. Già si trivella nel mar mediterraneo e lo facciamo in misura insufficiente per il nostro fabbisogno, per questo lo importiamo in gran parte.

Il referendum ci chiede di decidere se le future trivellazioni, che ci saranno a prescindere dall'esito del referendum, potranno essere effettuate ad una distanza minore dalle coste (12 miglia) e fino all'esaurimento del giacimento.
Mi spiego meglio: lo stato concede delle concessioni alle aziende petrolifere per estrarre petrolio. Tutto questo è vincolato in quantità e in tempo. Quindi l'azienda estrattrice può estrarre un certo quantitativo per un certo arco di tempo. Alla fine di quel tempo si rinnova la licenza di estrazione.

Quindi votando SI si vuole abrogare la legge attualmente in uso, non permettendo future trivellazioni entro le 12 miglia e per quelle in lavorazione attualmente farle lavorare fino a scadenza licenza senza possibilità di rinnovo.

Personalmente voterò SI perchè amo più il mare che la benzina che alimenta la mia auto e la mia casa. Non pensiamo che con questo referendum non ci saranno trivelle in mare perchè quelle oltre le 12 miglia continueranno a lavorare come hanno sempre fatto fino ad adesso. E sopratutto, riguardo ai disastri ambientali, è molto più pericolosa la dismissione di una trivella che la sua costruzione e messa in opera. Inoltre prendere il petrolio a 40 miglia e portarlo alla costa è un conto, farlo arrivare dal Venezuela (faccio un esempio) è un altro. Le grandi distanze mettono molto di più a rischio le petroliere da un possibile disastro ambientale. Paradossalmente si starebbe più tranquilli con le trivelle vicino casa ma meno petroliere in transito.

Ah sopratutto se si vota SI, ricordiamoci di non incavolarci quando il prezzo della benzina sale ;-)

Massiccio:

Non voglio suscitare un vespaio di polemiche, ma credo che sia opportuno fare un po' d'ordine nelle caotiche informazioni che sono state date dai giornali e dai sostenitori del si e del no.
IL REFERENDUM NON SERVE A DIRE SE METTERE O NO LE TRIVELLE. C'è già la legge che dice che non si possono più impiantare nuove piattaforme di trivellazione. PER CUI CON LA LEGGE ATTUALE NON C'È ALCUN PERICOLO CHE SI METTANO NUOVE TRIVELLE. La legge però stabiliva che le 22 piattaforme già esistenti in Italia entro le 12 miglia dalla costa che danno lavoro a migliaia di italiani e ci consentono di essere più indipendenti dai produttori dei paesi esteri potessero continuare a lavorare nel rispetto dell'ambiente fino all'esaurimento del giacimento per il quale avevano ottenuto la concessione ed effettuato i loro investimenti.
Chi voterà NO lascerà invariata la legge attuale e consentirà alle 22 piattaforme attuali di continuare a lavorare. Chi voterà SI toglierà l'autorizzazione a lavorare ancora per quelle 22 piattaforme.
Insomma sia per il si che per il no non c'è alcun rischio che vengano messe nuove piattaforme entro le 12 miglia dalla costa.

Matteo:
31/03/2016 16:56

Io e Massiccio diciamo in pratica la stessa cosa ;-)

Massiccio:

Ho scritto in contemporanea a Matteo. E l'unica cosa su cui lo correggo è che il referendum non chiede se aggiungere nuove piattaforme di trivellazione entro le 12 miglia, ma solo se far continuare a lavorare le esistenti fino all'esaurimento del giacimento. Per questo voterò NO. Come dice Matteo è molto più sicuro far continuare a lavorare le 22 piattaforme che dismetterle. Inoltre dismetterle sarebbe un duro colpo per i posti di lavoro attuali e per la nostra economia che diventerebbe ancor più dipendente dai ricatti dei paesi produttori.
Credo che il problema ambientale in questo caso non sussista proprio. Inquinano il mare molto di più gli scarichi delle imbarcazioni e delle case sulla costa di queste piattaforme sottoposte a rigorosi controlli.

Roberto71:

Ma quanti italiani pensi che lavorano in queste 22 piattaforme ? Il disastro che potrebbe avvenire non valgono il risparmio monetario o i posti di lavoro che al momento attuale ricoprono... Poi ognuno fa ciò che vuole ma per l'amore dei nostri mari VOTERÒ NO..

Roberto71:

PERDONAMI PER L'ERRORE MA PER L'AMORE CHE HO PER IL NOSTRI MARI VOTERÒ SÌ...

Massiccio:

Il personale che andrebbe a casa per la chiusura delle piattaforme entro le 12 miglia sarebbe di circa 7000 lavoratori (non solo quelli sulle piattaforme ma quelli di tutta la filiera che lavora per quelle piattaforme). Poi c'è da considerare che la stragrande maggioranza di quelle piattaforme estraggono metano e non petrolio, per cui il rischio di inquinamento è estremamente ridotto.

Massiccio:

Inoltre non trascurate il fatto che votare SI potrebbe servire solo a far impiantare nuove piattaforme a 12,1 miglia dalla costa. Quindi chiudere le attuali crea solo un danno. Ma anche se non lo facessero (per assurdo) aumenterebbe l'importazione con tutti i rischi ambientali che i lunghi trasporti contemplano.

g.doddis:
31/03/2016 19:20

Mi fa piacere vedere che c'è ancora qualcuno che preferisce informarsi bene anzichè unirsi per partito preso al gregge della demagogia pseudo-ambientalista.
Matteo e Massiccio hanno spiegato bene i contenuti del referendum e le implicazioni derivanti dall'ipotetica vittoria del SI o del NO. Completamente distorta è invece la visione di chi crede che votar SI sia un gesto d'amore per il nostro mare, perchè non sa che ogni sforzo volto all'autosufficienza energetica, oltre ad aver indubbi risvolti benefici su occupazione ed economia nazionale, significa anche ridurre complessivamente l'impatto ambientale sul mare e sull'atmosfera del nostro pianeta.
Poi ognuno si faccia l'idea che vuole e faccia la sua scelta. Giorno 17 aprile, potendo, io ho già scelto di andare a pescare. E se il meteo non lo permetterà rimarrò in letto a dormire.

Predators:

Possiamo fare tutte le votazioni che vogliamo non contano un caz...c'è in mezzo montagne di soldi questo comanda se vogliono purtroppo fanno quello che vogliono sti bastardi l'esempio l'abbiamo con la petizione della pesca sub a pagamento annuale che quanto io sappia ancora sta buffonata va ancora avanti senza fermarsi dopo tutti gli sforzi

Massiccio:

Già, perché ho dimenticato di dire, che chi è favorevole al no è meglio che non vada a votare. Le normali astensioni + gli astenuti favorevoli al no tendono a rendere più difficile il raggiungimento del quorum invalidando il referendum. Detto così sembra brutto ma è una normale tecnica politica molto più leale e democratica di tanti supercanguri...

Piscitunnu:
31/03/2016 19:39

Allora per quanto riguarda il referendum sulle Trivelle c'è da precisare quanto il nostro governo o meglio i nostri venditori di pentole non ci fanno sapere, che tutto il petrolio che si trova sotto la superficie del nostro mare può soddisfare all'incirca 7/8 settimane del consumo nazionale, mentre tutto il gas massimo 6 mesi del consumo nazionale. Ben poco rispetto al rischio che si corre. Poi non è affatto vero che le piattaforme che trivellano il mediterraneo entro le 12 miglia danno lavoro a 7000 persone è assolutamente un falso che gira per boicottare il referendum così come non se ne parla alle tv e così come non lo hanno abbinato alle prossime elezioni che avrebbe consentito un risparmio di 300/400 milioni di euro.Ricordiamoci una cosa importantissima che il mediterraneo è un mare chiuso e che ci vogliono non meno di 100 anni per riciclarsi. Ricordiamo sempre che il mare è una immensa ricchezza non solo per i 60 milioni di Italiani ma anche per le generazioni future, un piccolo incidente avrebbe conseguenze disastrose.
I ritengo che chi Voterà NO farà un errore madornale poichè farà solo gli interessi delle grandi lobby petrolifere e dei politici da loro foraggiati. Se vogliamo un futuro migliore per noi e per chi verrà bisognerà assolutamente passare alle fonti rinnovabili e non farsi fregare dai venditori di pentole che hanno ben altri interessi, Io il 17 Aprile voterò Si e mi sentirò a posto con la coscienza, che voterà NO sarà a posto con la propria. Scusate lo sfogo ma sono un ambientalista oltre che un sub e non vedo alternative se non cambiamo mentalità.

g.doddis:
31/03/2016 19:48

Picitunnu, ti voglio bene e rispetto il tuo punto di vista (a maggior ragione in quanto mio conterraneo), ma mi piacerebbe controbattere per filo e per segno a quanto da te sopra affermato. Ciò che mi frena è il fatto che ci troviamo su un forum di pesca in apnea e non di politica, ma se Matteo me lo permette io parto...

Massiccio:

Apprezzo l'intervento di piscitunnu e concordo sul masdimo rispetto sia per chi vota si che per chi vota no. Qui chiacchieriamo solo amabilmente tra amici cercando di fare chiarezza perché ognuno possa farsi una sua idea.
Con questo spirito voglio solo dire che il n di 7000 persone può essere non esatto, ma se sono anche solo la metà credo sia sempre un gran problema per 3500 famiglie. Comunque 7000 non è un numero assurdo considerato il n di persone coinvolte in una filiera del genere.
Quanto al fatto della durata limitata dei giacimenti credo ci siano da dire 2 cose. La prima è che comunque quella produzione di gas rappresenta comunque il 30-40% della ns produzione nazionale. Secondo credo si dia un po'troppo per scontato che il livello di rischio introdotto da quelle piattaforme sia elevato o comunque più elevato di quello derivante da altri approvvigionamenti. Come dicevo l'estrazione di gas è molto meno a rischio inquinamento di quella petrolifera.
Comunque per farvi un'idea vi invito a leggere il commento di una geologa che trovate sul web se cercate "geologa trivelle". Dovreste trovare un interessante articolo di Vita.

Matteo:

A me sembra che il confronto sia più che sano e non credo arriviamo a fare battaglia tra i SI e i NO. Comunque sarai orgoglioso se si imbastisse una discussione di questo calibro...

Piscitunnu:

Rispetto le Idee di tutti ma se realmente volte informazioni in merito leggete cosa ne pensa Green Peace che non ha interessi politici.

g.doddis:
31/03/2016 21:06

Bene, grazie Matteo. Premetto che ciò che sto per dire non rappresenta nulla di nuovo, ma è stato in gran parte già condiviso altrove su altri forum.
Non vedo alcun senso in questo referendum. Non ha alcun senso chiudere definitivamente impianti già avviati e funzionanti con giacimenti ancora sfruttabili; inoltre il referendum in sè non impedisce la ricerca e lo sfruttamento di ulteriori giacimenti oltre le 12 miglia dalla costa (e anche questo non vedo perchè debba essere tabù). Probabilmente, però, questo referendum garantisce visibilità e carriera a vita a qualche politico sperperando il denaro pubblico.
La verità è che le piattaforme offshore oggi operanti in acque italiane producono il 10% del fabbisogno di gas nazionale, si trovano in gran parte davanti al secondo comprensorio turistico del mondo (la riviera adriarica) evidentemente senza esser troppo appariscenti e senza arrecare alcun disturbo, fungono da oasi di richiamo e ripopolamento per la biomassa e non hanno mai causato alcun problema ambientale. Eppure si vorrebbe chiuderle. Ma allo stesso tempo vogliamo la luce, l'acqua calda, il cellulare, il wi-fi , spostarsi come vogliono con l'auto... ma l'energia sapete da dove la prendiamo? Da decine di centrali nucleari che circondano il Nord Italia, costruite appositamente per noi da nazioni più furbe e lungimiranti della nostra dopo un referundum "tafazziano" indetto ad hoc dopo Chernobyl. Come se, in caso di incidente in una qualsiasi di queste centrali nucleari poste dietro l'angolo, fosse mai possibile per noi rimanere al riparo dalle radiazioni.
Tornando a tema su questo referendum, faccio notare che a rimetterci in competitività sarebbe l'ENI , unica industria nazionale in grado di competere con le multinazionali anglosassoni (e di assumere giovani italiani con uno stipendio degno di esser chiamato stipendio).

g.doddis:
31/03/2016 21:21

Ma ritorniamo alle piattaforme in Adriatico. L'Adriatico, come tutti sappiamo, è un mare abbastanza stretto, da costa a costa è largo in media 60/70 miglia, la fascia delle acque nazionali è di 12 miglia sia da parte italiana che croata, in mezzo sono acque internazionali per la navigazione ma non per il diritto di sfruttamento economico (pesca, risorse minerarie, varie). La linea di demarcazione di sfruttamento economico passa in mezzo al mare, quindi mezzo mare è di competenza italiana e mezzo croato, o almeno così dovrebbe essere ma non è. Infatti, al termine della 2° guerra mondiale, l'Italia si è dimenticata di possedere un piccolo arcipelago proprio in mezzo all'adriatico (Pelagosa), arcipelago ufficialmente ceduto alla Jugoslavia nel 1947. All'Italia (le isole sono più vicine all'italia che alla croazia e geologicamente sono parte del Gargano) sono rimasti solo i diritti di pesca in condivisione con i croati, ma non il diritto di sfruttamento minerario. Quindi in questo settore non ci sono neppure le acque internazionali: Italia e Croazia confinano direttamente essendo Pelagosa a 55 km dal Gargano.
Ora, anche i Croati sfruttano il metano dell'Adriatico costruendo piattaforme, solo che mentre l'Italia ha costruito prevalentemente piattaforme sulla fascia delle 12 miglia dalla nostra costa, i Croati costruiscono proprio a cavallo della linea di demarcazione di sfruttamento economico. Così accade che il nuovissimo campo Isabel è a 24 miglia dalla nostra costa, campo Ivana a 29 miglia, campo Ada a 32 miglia. Croazia ovviamente.
Sembrerebbe normale e giusto, ma pochi sanno che quando si trivella con le nuove tecniche la trivella può essere ruotata in orizzontale e quindi fatta entrare direttamente nel suolo italiano per circa 15 km e quindi nel caso di Pelagosa si può benissimo venir a succhiare metano da sotto il Gargano pur restando in Croazia. Tutto lecito.
A sollevare ufficialmente la questione sull'argomento fu Prodi, il decreto salva italia non fece altro che riprendere l'allarme lanciato da Prodi e intraprendere una campagna che più che di sfruttamento delle risorse minerarie è una difesa delle risorse minerarie.
Chiaro che i Croati non si fanno nessun problema e pure godono, sognano di diventare il nuovo big energetico d'Europa proprio col nostro metano che ci ciucciano da sotto le chiappe.

Ma qualcuno si chiederà: questo referendum nasce da una esigenza ambientale o da qualcos'altro? Il referendum è mascherato da falsi motivi ambientali e su cui ovviamente i vari ambientalisti di turno ci si gettano a capofitto, ma in realtà è frutto della fame di denaro dei politicanti di mezza Italia di tutti i partiti. Questi politicanti hanno messo sotto ricatto l'ENI, a loro frega niente se poi a pagare alla fine sarà il cittadino con le solite maxi bollette. Questi politici per far cassa sono pronti perfino a distruggere l'ENI fregandosene dei disoccupati e dei 3% del PIL, questi non esitano a distruggere l'ultima grande azienda che abbiamo. Già si sono inventati l'ICI sulle piattaforme, ora vogliono direttamente gli incassi, oppure le fanno chiudere.

g.doddis:
31/03/2016 21:46

Sembra che questi politici siano tutti improvvisamente diventati ingegneri minerari... Ma che si occupino di far funzionare le infrastrutture a loro affidate, ad iniziare dai depuratori che senza sosta versano in mare quantità inimmaginabili di veleno, ed il mare muore!
Questi politici vogliono seriamente occuparsi del problema energetico? Che si mettano davvero a lavorare. E con competenza. In Italia non esiste nessun piano energetico nazionale da 50 anni ed il risultato è che si son fatti una miriade di impianti a casaccio di ogni tipo, tutti pagati in bolletta da noi cittadini, che non a caso paghiamo l'energia elettrica più cara che in qualsiasi altro paese del mondo.

G.doddis,estremamente chiaro!non hai saltato una virgola!!!sono ancora più convinto di votare NO!

Piscitunnu:

Quindi meglio il petrolio,il carbone ed il nucleare anziché le fonti rinnovabili di cui L'ENI ne conosce il potenziale e non le sviluppa appieno perché rendono economicamente di meno....... che ognuno voti secondo coscienza ma mai ad occhi chiusi.

Nessuno dice che sia meglio il Petrolio o il nucleare....ma perché dobbiamo smantellare e far rimanere migliaia di persone senza lavoro,per una cosa che non ha recato nessun danno?penso che se il referendum fosse stato per smantellare vecchi impianti e crearne nuovi con fonti rinnovabili nessun(cittadino)avrebbe votato contro......

Piscitunnu:

Il referendum è una opportunità per dire a vice alta ai nostri super pagati e venduti governanti che vogliamo cambiare,vogliamo non una Italia ma un mondo migliore, vogliamo innescare in processo virtuoso pe difendere il nostro mondo per non
accelerare sul processo del cambiamento climatico ma bensì fermarlo. Dobbiamo far capire on che mondo vogliamo vivere e come vogliamo lasciarlo a chi verrà dopo. È ovvio che se non trivelle amo noi trivelle tranne le nazioni a noi frontiste ma non per questo se gli altri rubano lo dobbiamo fare pure noi. Forse potremmo dare un esempio, o no. Lo sapete che in America le trivelle devono stare a non meno di cento km. Chissà perché,gode perché hanno già vissute brutte esperienze.

g.doddis:
31/03/2016 23:49

Appunto. Ma poi Piscitunnu, quali sarebbero queste fonti di energia rinnovabile che riuscirebbero a coprire e rimpiazzare quelle "convenzionali" di origine fossile? Parlo di copertura totale del fabbisogno energetico italiano, non di frazioni insignificanti.
Inoltre, il gas non sarà una fonte di energia rinnovabile, ma sicuramente é una fonte di energia pulita.

Io sarei per aumentare la produzione, cercare nuovi siti dove trivellare...e di diventare maggiormente indipendenti da terzi....in modo da far calare bollete e quant'altro! !!!

Piscitunnu:

Le fonti di energia rinnovabili che se ci si dedicano studi e si investono soldi sono il geotermico il solare il fotovoltaico l'ibrido e l' utilizzo della forza delle maree. Ma a parte tutto ciò non è più sostenibile in continuo inquinamento. Per il Ga ti posso dire che è vero che è meno inquinante ma il processo di estrazione u lo stesso del petrolio con la produzione di un mare di fanghi altamente inquinanti. Inoltre il gas aumenta in modo esponenziale l'effetto serra cosa che sottovalutato perché non siamo informati e non ci informano. Riflettiamo su e buona notte.

g.doddis:
01/04/2016 10:02

Ecco, immaginavo si sarebbe finiti nella solita stucchevole demagogia ambientalista.
Venturino, siamo seri, dai... Nella più ottimistica delle ipotesi, cioè di sfruttamento intensivo delle fonti di energia rinnovabili, si riuscirebbe a soddisfare tra il 10 ed il 15% del fabbisogno energetico italiano. E non sono io ad affermarlo, è lo sviluppo tecnologico e la conformazione orogeografica della nostra penisola che impone forti limitazioni. Mi spieghi dove troviamo il rimanente 85%? In alternativa dovremmo rinunciare a tutto e ritornare indietro a vivere come si faceva tre secoli fa.
Gli studi ci sono, anche molto autorevoli, se non in Italia sicuramente all'estero. Ma non mi sembra che oggigiorno nessuna Nazione al mondo riesca a coprire il proprio fabbisogno energetico facendo interamente affidamento alle fonti di energia rinnovabili, anche quelle più fortunate dell'Italia in quanto ad irraggiamento solare, abbondanza di corsi fluviali, intensità e costanza dei venti, etc. etc. etc.
Comunque quella dei prodotti di scarto derivanti dall'estrazione del petrolio e del gas, ma anche delle scorie nucleari, è una paura basata sul nulla. In realtà con le corrette precauzioni il problema non esiste. Purtroppo in Italia c'è tanta ignoranza, e non volendo fare le cose fatte bene facciamo tante cosa fatte male, tra cui al posto di confinare e stoccare fanghi e scorie in un solo posto, le distribuiamo un po' dappertutto senza una vera logica... Ad ognuno il suo. Il punto, quindi, è sempre come vengono stoccati questi prodotti di scarto.
Tornando a parlare dell'energia atomica, le centrali nucleari funzionano in tutto il mondo, vicino a noi in Francia, Svizzera, Austria, Slovenia, non stiamo parlando di Terzo Mondo, ma di paesi con un grado di civiltà e benessere pari o superiore al nostro. Come lo hanno risolto loro lo possiamo risolvere noi. E ribadisco, visto che sono state costruite strategicamente intorno ai nostri confini per venderci l'energia, i sostenitori del "no" sempre e comunque dovrebbero spiegarmi come non verremmo coinvolti da un'eventuale fuga radiattiva. Di fatto rischiamo lo stesso e allo stesso tempo paghiamo bollette salate. E non mi riferisco solo ai consumi domestici, ma anche quelli industriali, il cui impatto è talmente pesante da minare dalle fondamenta la competitività delle nostre aziende nazionali.
Purtroppo bisogna prendere atto che alternative SERIE alle fonti di energia fossile o nucleare (e non barzellette come le energie rinnovabili, che, ripeto, oggi riescono a coprire non più del 15% del fabbisogno energetico italiano) non ce ne sono. Si può solo cercare di limitare i danni spingendo il più possibile sullo sfruttamento dei nostri giacimenti, meglio ancora se di gas dal momento che è il meno impattante sull'ecosostema tra tutte le forme di energia non-rinnovabile, andando via via a soppiantare le centrali a carbone dalle quali purtroppo ancora in gran parte dipendiamo.

Matteo:

Molto interessante ragazzi. Mi sono fatto una mia opinione sulle vostre esposte. Vi ringrazio per le informazioni che state scrivendo e la ricchezza dei particolari. Grandi!

Piscitunnu:

G doddis alloro forse mi sono espresso male o qualcosa ti è sfuggiti. È scientificamente provato che tutto il.petrolio che si trova sotto il nostro mare può soddisfare non più di 7/8 settimane del fabbisogno nazionale nostre tutto è petrolio di scarsissima qualità, per quanto concerne il gas che è meno impattante sotto l'aspetto inquinante fa aumentare l'effetto serra in modo significativo e tutto quello che c'è sotto il nostro mare potrebbe soddisfare al massimo il consumo nazionale per soli 6 mesi. Secondo te è conveniente rischiare per così poco. ... non dimentichiamo il disastro ambientale causato nell'oceano dall'esplosione di una piattaforma petrolifera qualche anno fa. Per finire anche perché ognuno di noi ha le sue convinzioni come le sue certezze ho voluto soltanto esporre un mio pensiero senza cercare di conviincere nessuno, ma solo di farlo riflettere prima di decidere anche perché il mio mestiere non è la politica. Buon Mare doddis,

Massiccio:

Scusate ma mi pare si stia andando fuori tema. Il referendum non è sul fatto se siano meglio le energie rinnovabili dei combustibili fossili. Non è questa la domanda. A partire dalla nostra reale e non teorica situazione energetica si chiede se permettere alle piattaforme esistenti di continuare a lavorare fino all'esaurimento dei giacimenti o no. Il fatto che il Paese debba sforzarsi di massimizzare le fonti rinnovabili è fuori discussione, ben sapendo però che, per i prossimi anni, è impossibile che le rinnovabili soddisfino in maniera preponderante il ns fabbisogno.
Quindi la domanda chiave è: il rischio di inquinamento da parte delle attuali piattaforme entro le 12 miglia dalla costa è più elevato del rischio di inquinamento che potrebbe derivare da chi ci consegnerà i combustibili prodotti da paesi esteri? Di quanto questo rischio è superiore all'altro? Questo rischio è tale da giustificare la riduzione dei posti di lavoro e l'incremento dei costi energetici che deriverebbero dalla chiusura di queste piattaforme?
Io, leggendo anche ciò che scrivono alcuni geologi, propendo per il no. Il fatto che i giacimenti consentano di soddisfare solo 2 mesi per il petrolio e 6 mesi per il gas dell'INTERO FABBISOGNO NAZIONALE (che nom è poco) non significa che possiamo permetterci (soprattutto di questi tempi) di sprecarlo. L'equivoco (o l'esagerazione) sta sempre in un solo fatto: la valutazione del rischio. Se si chiede agli ambientalisti diranno sempre che il rischio è enorme (oste è buono il vino?), se si chiede ai produttori diranno sempre che il rischio non c'è o è minimo. I tecnici mi pare che concordino nel dire che il rischio è basso (soprattutto per il gas) ed assolutamente confrontabile con quello che deriverebbe dal trasporto da parte di terzi dei combustibili che non produrremmo noi. Per questo voterò NO.

Piscitunnu:

È vero massiccio, quello che tu dici, ma è indiscutibile che questo referendum è la possibilita che abbiamo per far capire che vogliamo cambiare, passare da fonti fossili altamente inquinanti a fonti pulite. Possiamo farlo ma bisogna cominciare e cominciare presto o non ci saranno più possibilità. Scusatemi tutti forse siamo andati troppo in la. Ognuno è libero, ognuno ha le proprie idea, e forse è bene chiuderla qui. Buon Mare a tutti

g.doddis:
01/04/2016 12:41

Grazie Massiccio, hai fatto bene a ritornare al nocciolo della questione perchè effettivamente stavamo (io in primis) divagando un po' troppo. Condivido e sottoscrivo quanto da te scritto nel tuo ultimo intervento, tranne che per il voto. Se desideri che il referendum non passi è preferibile non andare a votare del tutto piuttosto che andare e votare NO.

Venturino, ripeto, anche se non ci conosciamo di persona ti voglio bene e rispetto il tuo pensiero, ma se mi permetti un ultimo commento, stando alle intenzioni di voto degli ambientalisti più radicali è invece indiscutibile che questo referendum sia una buona opportunità per auto-infliggerci una mazzata sui testicoli e dipendere ancora di più di quanto già lo facciamo oggi dalle forniture di carbone, petrolio, gas ed energia nucleare estere, non per questo meno "pulite" e meno rischiose o insicure (anzi, tutt'altro!) di quelle derivanti dalla produzione/estrazione interna.
Tutti vorremmo dipendere solo ed esclusivamente da fonti di energia rinnovabili, anch'io che il 17 aprile non andrò a votare. Ma anzicchè dire "voglio l'erba voglio" (o non voglio) sarebbe anche il caso di proporre soluzioni SERIE, REALIZZABILI e SOSTENIBILI nel brevissimo periodo, perchè l'Italia come il mondo intero ha bisogno di energia e non può certo aspettare con le braccia conserte che i "wet dreams" degli ambientalisti diventino realtà. L'alternativa, per coerenza, è ritornare al medio evo.

Massiccio:

Oops. Giusto. Non voterò NO. Non andrò proprio a votare.

Piscitunnu:

Amici cari non è molto leale lavarsi le mani come Ponzio pilato,troppo facile fare così. In più c'è da ricordarso che poter votare ed esprimere il proprio parere è stata una conquista che non si può buttare a mare, potrebbe essere inquinante. Questo è il mio pensiero,poi ognuno di noi è libero di scegliere si, no o non votare. Buon mare amici, in merito a tutto ciò non interverro' più.

Massiccio:

Non si tratta di lavarsene le mani o di non esercitare il diritto di voto. L'astensione nei referendum è solo una tecnica per dare più forza alla propria preferenza, come scrivevo più sopra:
"Già, perché ho dimenticato di dire, che chi è favorevole al no è meglio che non vada a votare. Le normali astensioni + gli astenuti favorevoli al no tendono a rendere più difficile il raggiungimento del quorum invalidando il referendum. Detto così sembra brutto ma è una normale tecnica politica molto più leale e democratica di tanti supercanguri.."

g.doddis:
01/04/2016 17:08

Infatti, altro che Ponzio Pilato! La scelta di chi come me non voterà è una scelta più che consapevole, con l'obiettivo di non far passare il referendum.
Invece raggiungere il quorum del 50%+1 dei votanti ed il 50%+1 dei SI, significherebbe far passare un referendum col 25% delle preferenze tra tutti gli aventi diritto al voto... E se permettete, questo sì che sarebbe inquinante (ed inquietante)! Ragion per cui, se si vuole che il referendum non passi, è meglio non andare per niente a votare per fare in modo che non si raggiunga il quorum.

NOLIMITS:

Che bei discorsi.....fatemi dire due cose solamente.
1) quello che pensate che queste 22 piattaforme danno lavoro a 7000 o più persone ITALIANI sono delle grandissime caxxate. ... io in molte di queste piattaforme tipo SCARABEO 1 e 2 E altri che nn ricordo il nome xche sono passati 10 anni, ci ho lavorato con l augusta offshore e vi posso dire che erano per il 90% filippini e indiani...solo una 15/20 italiani i cosiddetti ufficiali e travellisti. Per poi nn parlare di quelli che stanno sul mediterraneo. ....tutti egiziani e tunisini mafiosi del cazzo che ti vengono a bordo e ti cercano tutto da mangiare per lasciarti ritornare in porto. Quindi secondo me invece di fare una votazione per trivellare e non (in ogni modo anche se trivellano poi tappano tutto e non succede nulla) io direi di votare per far in modo che almeno il 75% dei lavoratori su una piattaforma che vuole travellare nelle acque nazionali deve avere equipaggio italiano al 75% come fanno già nelle acque del Brasile. ....invece noi caproni facciamo fare i caxxi loro a tutti.
2) io sono favorevole alle piattaforme xche oltre a dare lavoro ci danno un po di indipendenza dalla Russia o dagli emirati e Tunisia, ma cmq sono anche d accordo alle energie alternative come pale eoliche e pannelli solari che magari con un prezzo più accessibile dovremmo averli tutti nelle nostre case. Inoltre sono favorevole anche a sfuttare le correnti marine e anche a costruire dighe e pian pianino una volta avviati con le energie pulite, ridurre i rifornimenti dagli stati che ci sfruttano.

Anthony:

Il problema è che inquineranno il mare anche se tapperanno qualsiasi cosa
È per questo motivo che (spero) la maggior parte voti si per non aderire

Massiccio:

Dire inquneranno il mare, così,
senza argomentare perche o senza dare prova di quanto inquineranno, scusa Antony, ma non siglifica nulla. Anche chi va in mare col gommone inquina, bisogna vedere quanto e se quell'inquinamento è tale da decidere di vietare in tutto il mediterraneo la navigazione. Mettiamo da parte gli slogan ideologici e approfondiamo tecnicamente la questione prima di esprimerci con il referendum.

Pescasub82:

Rispetto tutti ma io voterò NO.

NOLIMITS:

Pescasub votanti no sei favorevole....hai capito, giusto? I politici fanno questi scherzetti del si è no per confondere la gente. Come quando hanno fatto le votazione per togliere i pali della corrente e far passare i fili sotto. ....tutta la gente voleva togliere i pali e hanno votato si....e invece dovevano mettere no....e tutti ci siamo presi i pali nel c.....!

Pescasub82:

Che in Italia questi scherzetti confusionari soprattutto nei referendum sono spesso usati questo lo so. Cmq in base al risultato delle mie ricerche e come hanno egregiamente spiegato nelle risposte precedenti io confermo che voto NO. La tua domanda è legittima. ;-)

g.doddis:
02/04/2016 14:05

Se vuoi che passi il no, tanto meglio non andare proprio a votare.

Anthony:

Quoto g.doddis

Piscitunnu:

Salve ragazxi, mi dovete perdonare per questo intervento poiche' nonostante nel mio ultimo post di un giorno fa avevo dichiararo che in merito al referendum del 17 aprile non sarei più' intervenuto, dopo aver letto tuti gli interventi successivi e predenti ai miei, è dopo aver letto come giustamente aveva suggerito massiccio le divhiarazioni sul web e i motivi del no al referendum da parte della geologa Michela Costa, dopo aver constato tutte le verità e le fesserie dette un po da tutti, ritengo doveroso fare alcune precisazioni, anche alla luce delle ultime notizie a proposito di petrolio ed un certo "MINISTRO" Italiano di nome GUIDI. Per prima cosa quanti di noi sanno che il 14 marzo un incidente ad una piattaforma petrolifera ha sversato in mare a 120 km da lampedusa una quantità di petrolio ancora non definito e che sta devastando le coste delle isole kerkennah difronte alla tunisia. Qualcuno si è per caso informato chi è questa splendida signora Geologa Michela Costa? Poiché a me piace essere informato ho fatto una piccola ricerca e sapete cosa ho scoperto.... la "Geologa" è stata per sette anni e fino a poco fa alle dipendenze di una delle più grosse lobby del petrolio la BP che fino a poco tempo fa la pagava profumatamente, quindi non è una persona indipendente non è credibile. Volevo inoltre precisare che la profuzione enrgetica delle fonti rinnovabili oggi in Italia è arrivata al 41 percento del fabbisogno nazionale, cosa che non interessa ne al governo ne ai petrolieri perché se si contina a crescere con le rinnovabili i petrolieri che foraggiano i politici cosa venderanno..... Consentitemi solo una ultima cosa, sapete cosa ha fatto il nostro presidente Renzi ora che è stato in America, a inaugurato in California l'ultimo gioello dell'enel, il più grande ed il più efficiente sistema di produzione di energia con fotovoltaico a condensazione del mondo, però tornato in Italia ha precisatoo che bisogna trivellare il mediterraneo ed il referendum deve andare a farore delle trivelle. Strano governo questo che va contro le 8 regioni a governo PD che hanno promosso questo Referndum. Perdonate lo sfogo ognuno di noi è come ho gia detto in precedenza libero di votare secondo coscienza, l'importante è essere informati prima di prendere una decidione. Questo in merito alle trivelle è veramente il mio ultimo intervento. Buon Mare domani dopo 4 mesi di fermo riprenfo a pescare e proverò il mio ultimo acquisto un arba in legno da 90 costruitomi da fabiomattomare.

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