Classifichiamo il comportamento dei pesci più comuni del bassofondo: l’onnipresente sarago nelle sue varie specie a noi comuni è forse il più presente si pesca facilmente all’agguato, scapolando dietro i cigli la mattina presto, tra gli spacchi rocciosi o tra i massi di una franata è un avido ed instancabile grufolatore è spesso distratto specie se trovato a coda all’insù intento a mangiare e specialmente quello pizzuto una preda curiosissima e talvolta spavalda. Si trova spesso in tana anche di generose dimensioni e all’aspetto non si fa pregare essendo forse la prima specie ad avvicinarsi. Le salpe sono gregarie, l’unione fa la forza il numero confonde e talvolta il branco arriva compatto nascondendo dietro o all’interno qualche sorpresa, le trovi ovunque come il sarago agguato o aspetto non fa differenza occhio che talvolta sono infami “vedette lombarde”. Il cefalo è tendenzialmente gragario grossi esemplari possono viaggiare a coppia o da soli ma ha un difetto: la sua traiettoria è in linea retta… può cambiarla è vero ma percorre sempre la stessa direzione, non guizza nervoso come i saraghi e non produce brucianti accelerazioni, all’aspetto ti arriva con la flemma britannica visto che passava li per caso e costituisce una facile preda, si mette in mezzo tra te e quella preda che fatica ad avvicinarsi ed allora quasi per rabbia lo insagoli facilmente, all’agguato nella schiuma è un ottimo richiamo per la spigola che argentea e affusolata spesso vi si confonde per predare indisturbata. La spigola a mio avviso è il pesce più idoneo da pescare all’aspetto curiosa e famelica ti arriva sulla punta del fucile non a caso è detta lupo di mare, in tana la puoi avvistare, risalire mettere alla prima tacca scendere e trovarla ancora là… un solo favore vi prego lasciate indisturbate le gravide femmine dalle gonfie sacche “ovariche” d’inverno stanno ferme nello spacco sono più semplici di una murena. All’agguato devi stare nella schiuma con un corto ben brandeggiabile e attento ad ogni scarto della mangianza.. Le corvine le trovi paciose nelle tane altrimenti sono un pesce da razzolo o da caduta scatto felino e livrea ipnotizzante spesso ti lasciano di stucco: per spararle devono muoversi lentamente se si fermano le hai perdute. Lecce ricciole e carangidi se piccoli sono curiosissimi e di facile preda, se di generose dimensioni non sono prede occasionali e come cernie con la C maiuscola e dentici e dotti lasciamoli a chi è ben allenato magari con un compagno e magari con gommone e GPS. Non dico di essere profondisti ma qualche minutino d’aspetto aiuta e soprattutto la consapevolezza di cosa si sta cercando: quindi attrezzatura e testa sempre al top. Per carità il cerniottino di qualche chiletto molti lo bramano ma se pensi che la misura minima di circa 50 cm e il chilo pieno di peso è stata pensata per tutelare questi giganti del mare e dare tempo di cambiare sesso e riprodursi allora ci pensi bene prima di sparare e ricorda: se non lo fai frontale, si “arrocca” e ti fa diventare scacco matto altro che boe di trazione e spaccaossa!!! Chi manca all’appello gronchi e murene? Servono per le gare, tagli il tendine della mascella e strappi i denti… il loro peso serve tutto e se sei senza gommone d’appoggio in cintura stai più tranquillo! Arriviamo all’infamona… allo sparide più malizioso e accorto tra tutti. All’aspetto è sempre l’ultima ad arrivare, non ti arriva sparata per territorio o per cacciare, ti arriva paciosa incuriosita e impicciona, ti fa spolmonare e se muovi un muscolo scoda via è però forse la tecnica madre per insidiarla… io parlo di quelle carro armato coi tatuaggi delle stelle marine e le cicatrici dei tatuaggi cancellati quelle che non sono della pescheria tutte 300 -500 grammi quelle che hanno gli incisivi come te e scrocchiano una cozza o un boccone con un colpo di mascella… ci stanno ci stanno specie in una spanna d’acqua quasi la schiena gli esce fuori oppure quelle che arrivano da lontano che sembrano un puntino indelebile e poi vedi questo sguardo cattivo da dentice senza canini, loro non si intanano come le piccine loro non arrivano sparate avanzano incessanti sprezzanti del pericolo. All’agguato te le scordi ti scrocchia la cuffia dei rotori (è naturale sta avanzando col braccio) o ti fischiano le tube o peggio ancora i soliti seni nasali sempre chiusi e ciao… ti lasciano solo il ricordo… se sono intente a cibarsi magari le freghi ma calcola bene coperture e velocità di spostamento. In tana sono dei saraghi tontoloni, si pensano dei polpi mimetici e quasi ti fanno pena messe già di taglio per la teglia da forno mancano solo le zucchine e le patate o ferme in posizioni improbabili quasi fossero tordi in candela. Insomma l’orata mi intriga e l’orata la considero la vera regina del mare, la spigola è una principessa sempre molto nobile ma d’altro stampo! Per la cronaca l’ho sparata sulla guancia dopo 46 sec in 3 mt d’acqua alle 18:35 su un pianone di roccia algosa (tipico!) è arrivata a ore 15 mentre puntavo a ore 12 e sono mancino quindi ho sovrapposto il braccio, ero ben intanato in uno spacco in ombra su sfondo di muta nera… l’asta da 140 e 6,3 mm la passata tutta ma non insagolata forse l’opercolo osseo ha attutito il colpo e comunque è andata giù subito senza neanche aprire il mulinello, naturalmente era il secondo tuffo spezzafiato con la cam montata (dopo i primi 3 giorni esplorativi ) e naturalmente ero settato su foto e neanche il dopo sparo ho filmato… mi rimane solo una miserabile clip già incavettata e stilettata e una manciata di foto.Volge al termine questa lunga quanto inutile chiacchierata, scusate ma sono un tipo logorroico e… mi siete mancati!!!