LA MIA PRIMA VERA PREDA…

3 Maggio 2011. Solito triste lunedì di lavoro. Gli occhi davanti al pc faticano a restare aperti, le pause caffè si susseguono, la voglia di lavorare è sotto lo zero: ieri con gli amici si è fatto più tardi del solito. Tra un caffè e l’altro, il mio sito più visitato è “you tube”. Video di esperti pescatori, che portano a tiro prede enormi, mi fanno sognare per pochi attimi… dentici, spigole, orate, ricciole… prede fantastiche, ancora troppo lontane dall’asta del mio nuovo fucile artigianale in legno, di 102 cm e doppio elastico… Per un neofita forse è tanto, ma in fin dei conti il 50 oleo lo utilizzavo a 14 anni, accanto a mio padre, pescatore con 30 anni d’esperienza sulle spalle più di me. Due anni fa ho iniziato a pescare “seriamente” e son passato al 60 ad elastico, per poi ricevere dall’amico e compagno di pesca Vincenzo, un VIPER 90, armato di mulinello, con cui ho iniziato a tentare i primi “aspetti”…
Oggi a 24 anni, brandeggio un fucile lungo, robusto, potente e preciso, eppure ancora, nemmeno l’ombra di una bella cattura… So bene che l’abito non fa il monaco…nel caso della pesca, l’attrezzatura, a volte non conta, soprattutto se la tecnica d’approccio ai pesci è sbagliata, se le giornate che si scelgono per le proprie battute, non sono le migliori…
Beh, devo dire che un week end di pioggia, ed un mare con acqua un po’ torbida, mista ad acqua dolce, potrebbero essere motivo di ottimi incontri in mare…
Deciso: i video mi hanno fatto venire una gran voglia di mare. Mollo tutto, scappo via dal lavoro, abbandono la mia scrivania e corro a casa… l’attrezzatura è già pronta, il mare dista solo 15 minuti in auto. Tra le urla di mia mamma, “Ma non vedi che cielo grigio che c’è??? Dove vai???”, salgo in macchina e corro al mare…il mio mare…
alle 12:30 sono in acqua…località “Strada Bianca”, nei pressi dell’oasi delle Cesine, nel Salento. Ultima sistematina alla zavorra, stringo la cintura in gomma, appendo il pedagno e inizio a sciogliere i metri di filo in nylon che mi tengono legato alla mia boa. Sotto ci ho legato il mio fedelissimo 60 ad elastico, quello delle prime catture, dei primi saragotti in tana...
Il mare è poco mosso, la visibilià non ottimale. Posso nascondere i miei errori nell’aspetto e la mia acquaticità da neofita… insomma, posso concedermi qualche errore…posso essere un po’ goffo…
Faccio pochi metri, circa una trentina dallo scoglio isolato sulla spiaggia da dove mi sono tuffato. La prima discesa intorno ai due metri, solo ed esclusivamente per vedere se sono ben bilanciato con i piombi: so già che opererò su profondità non superiori ai 4 metri d’acqua.
Passano 5 minuti, provo il primo aspetto su uno scoglio, accanto alla sabbia. Pochissima acqua, meno di tre metri… cerco di spezzare il fiato, di rilassarmi, guardando in sù, nel torbido creato dalla pioggia caduta nei giorni precedenti. Arriva qualcosa: due spigole, di circa un chilo, veloci, da sinistra verso destra…il 102 in legno non ha un ottimo brandeggio, non riesco a svoltare veloce col braccio. Penso al viper 90, se lo avessi avuto in mano sarei stato più veloce e forse avrei portato a tiro una delle due prede. Provo con dei richiami, gratto sullo scoglio. Niente, eppure nei video fanno i grandi pescatori, fanno così. Risalgo. Mi rilasso. Riprendo fiato. Penso che comunque, sia stato un buon inizio. Faccio qualche metro indietro, lascio il pedagno col filo di nylon attaccato. Forse con le sue vibrazioni, può aver disturbato i pesci. Mi rifaccio in avanti. Torno sullo stesso scoglio dove pochi istanti fa avevo visto le due spigolette. Sono ottimista. Mi preparo, prendo fiato, un bel respiro e tiro giù la testa. Non ho bisogno di pinneggiare e sono già sul fondale. Striscio per qualche metro e mi reggo con la mano sinistra a qualche masso sul fondale. La punta del mio fucile scorge appena fuori dallo scoglio. Pochi secondi, forse 10, o nemmeno.
Due grossi pesci si avvicinano, esattamente di fronte a me, poco più sù rispetto alla mia linea di tiro. Ricciole? Lecce? Serra? Sono enormi, o almeno sembrano…
Ma no!!! Sono due spigolone. Arrivano insieme, come due sorelle, fianco a fianco. Sono ad un metro dal fucile, la mia mano non trema, ma il cuore batte a mille. Scocco il tiro a non più di un metro dalla punta dell’asta, rapido, preciso, potente, la più grossa delle due è presa accanto alla branca destra: stava per girarsi e salutarmi. L’asta esce dal suo lato sinistro. Sono certo è MIA. La reazione è comunque violenta, ma io, non mi faccio prendere dal panico. Nonostante non stia più nella pelle, e il pesce scorazzi veloce sotto di me, e nonostante non abbia aperto la frizione del mulinello, (per scaramanzia, non per dimenticanza…), il pesce finisce tra le mie mani. Cavolo, è enorme. Mi domando quanto possa pesare. Forse 2 kg e mezzo, o 3. Non lo so.
Ripenso alla spigola sbagliata l’anno precedente, proprio con il viper 90. Non lo rimpiango più, ora.
Sembra quasi piccola appesa al porta pesci sotto la boa. Il suo galleggiare la fa apparire leggera…eppure è lunga quanto il mio 60…
Come ho visto fare dai grandi pescatori nei video, le buco la testa col mio pugnale… non vedevo l’ora di utilizzarlo per compiere un atto del genere… li ho sempre invidiati quelli là, che con disinvoltura toglievano il pesciolone dall’asta dopo averlo finito proprio col pugnale…
Penso che possa bastare così per oggi, magari torno al lavoro e non faccio sapere della mia fuga giornaliera. O forse no. Provo altri aspetti. E’ inutile, non ci riesco. La cattura mi ha tolto il fiato, il cuore batte ancora troppo forte. Infondo è la mia prima vera cattura. Torno a riva.
Messa sulla pala della mia pinna, la spigola sembra ora enorme, grossissima e con una testa che tende al nero. Nella mia vasca blu, dove ripongo l’attrezzatura per la pesca, quasi non ci entra. Peserà più di 3 kg.
Due giovani quanto me, si avvicinano incuriositi e meravigliati. Hanno in mano due fucili oleo da 50 cm. Mi chiedono della cattura. Vorrebbero farmi una foto col pesce. Forse sognano anche loro, come poche ore prima sognavo io nel vedere i video al pc. Mi sento un esperto pescatore davanti a loro, eppure sono ancora agli inizi. Ed anche io avevo in mano un fucile da 50 cm fino a qualche anno fa.
La prima telefonata è a casa, a mia mamma, come sempre, per dirle che sono appena uscito dall’acqua è che tutto va bene. Più che bene oggi direi. E’ sorpresa , l’ho chiamata troppo presto in effetti, nemmeno mezz’ora in acqua. Le dico di trovare tanti ospiti per la cena, altrimenti di preparare il freezer a pozzetto in cantina, perché la “bestia”, nel piccolo frigo di casa, non entra.
La seconda telefonata è per il mio “maestro”: mio padre. Come sempre non ha granchè da complimentarsi, forse perché non ha visto la preda.
Per strada è un susseguirsi di sms ad amici e parenti. I cugini vogliono vederla subito, infatti di ritorno passo a trovarli per mostrargliela.
Sono finalmente vicino casa. Arrivo a suon di clacson: oggi è un giorni di festa per me.
Mio padre e mia madre escono con l’ansia di vedere la preda: la tiro fuori dal bagagliaio della mia punto: cavolo quanto pesa! Gli occhi di mio padre sono meravigliati; starà pensando che finalmente sto davvero imparando a pescare….. E’ il momento delle foto in giardino, poi della pesatura: 4 chili e 200 grammi di bellezza !!!
Non posso riposare, non ci riesco. Devo subito uscire ad incontrare gli amici, che spesso mi prendono in giro, e raccontare loro della mia bellissima cattura… finalmente!!!

Il 3 Maggio 2011, è uno di quei giorni, che non scorderò mai più! Ne sono certo. E’ quel giorno che arriva prima o poi nella vita di un pescatore subacqueo. Credo che a quasi tutti voi sia successo. A chi è giovane come me, prima o poi accadrà!

A tutti i pescatori subacquei come me, ai neofiti e non, a chi ancora non conosce questo sport, a chi lo critica ingiustamente. Le emozioni che regala la pesca sub, non si possono spiegare, ma solo raccontare. Io ci ho provato. Alla prossima.


Alessandro De Santis